Il nuovo decreto crescita  ha stabilito che chi acquista un bene che rientra  nell’area dell’efficientamento energetico, che attualmente beneficia della detrazione fiscale in 10 anni, può optare da subito per uno sconto pari al valore della detrazione fiscale: ad esempio 50% per i serramenti e 65% per caldaie o impianti di climatizzazione.

Quindi se a nostre mani abbiamo un preventivo di finestre per 5000 euro, anzichè recuperare 2500 euro in 10 anni, 250 euro annui in dichiarazione dei redditi, possiamo chiedere al rivenditore o produttore lo sconto di 2500 euro subito al momento dell’acquisto.

Il rivenditore, che ha la facoltà di aderire o meno, di fatto acquista dal cliente il credito Ecobonus concesso dallo Stato e lo cede a sua volta allo Stato in 5 anni a compensazione.

I 2500 euro concessi in sconto li recupera compensando con altri debiti verso lo Stato, contributi dipendenti, tasse etc.., in 5 anni con rate di pari valore: 500 euro annui.

Se ciò che deve recuperare supera i debiti che ha da compensare perde il beneficio poichè non può chiedere una riscossione monetaria.

Questo decreto può far chiudere molte aziende

Il decreto ha creato il panico in molte Piccole Medie Aziende, un’intera filiera che occupa decine di migliaia di addetti. 

Perché? 

Supponiamo che un rivenditore di  serramenti faccia un fatturato di 1 milione di euro di prodotti che beneficiano della detrazione fiscale, se concedesse a tutti i clienti lo sconto in fattura del 50% al posto della detrazione, incasserebbe il primo anno 500 000 euro e compenserebbe per i successivi 5 anni , 100 000 euro annui. 

Il problema è duplice: 

1) queste aziende sono prevalentemente TOCI ossia margini bassi per volumi alti di vendita, pertanto non incassare 500 000 euro impedirebbe di coprire i costi fissi ( dipendenti, affitto etc) e costi variabili ( prodotti acquistati e rivenduti) con enormi problemi finanziari poichè mancherebbe la liquidità con conseguente necessità di indebitarsi ulteriormente ricorrendo a capitale di terzi, banche, con ulteriori costi: interessi passivi.

2) i 100 000 da compensare diventano 200 000 il secondo anno ( perchè rivende altri 500 000 euro di finestre con 500 000 da recuperare in 5 anni, 100 000 all’anno), 300 000 il terzo etc.. Pertanto superando il suo credito vs lo Stato i debiti da compensare, perderebbe sostanzialmente denaro senza recuperarlo in alcun modo.

Pertanto il rivenditore è costretto a non aderire allo sconto fiscale con la conseguente perdita di clienti ( che fisiologicamente si rivolgerebbero a chi lo sconto lo riconosce)  e di fatturato fino alla probabile chiusura nel giro di poco tempo.

Certamente è un decreto che favorisce i consumi perchè è un’opportunità davvero importante per chi deve ristrutturare casa, o semplicemente deve apportare una miglioria sotto forma di risparmio energetico; allo stesso tempo è indubbio che favorisca le grandi aziende di produzione ( e non i rivenditori o piccoli produttori ed artigiani ) che possono assorbire finanziariamente le conseguenze dello sconto fiscale in fattura.

Possibili soluzioni: come trasformare un pericolo in un’opportunità

Il ruolo del consulente aziendale è quello di trovare soluzioni che permettano di migliorare la salute delle Aziende e garantire una continuità nel tempo ed una redditività adeguata.

Tali soluzioni a volte non solo consentono ad un’Azienda di sopravvivere ma anche di crescere e prendere quote di mercato.

Anche in questo caso, apparentemente davvero complicato, si può ottenere un beneficio.

Come?

Il rivenditore dell’esempio precedente può cedere il suo credito e monetizzarlo ad un soggetto terzo, ad esempio una multiutility, con costi modesti.

Alcune multiutility, ad esempio grosse società di energia e gas, comprano il credito fiscale delle aziende con uno sconto sul valore nominale che permette loro un guadagno, e lo liquidano; pertanto il rivenditore può “riottenere” la liquidità perduta applicando lo sconto in fattura e, con un’adeguata politica di prezzi, ottenere un vantaggio competitivo verso i concorrenti.

Infatti i concorrenti o non aderiscono allo sconto in fattura, pertanto offrono i prodotti ad un prezzo “doppio”, o hanno ceduto il credito monetizzandolo a soggetti con costi più elevati che devono recuperare sul prezzo del prodotto aumentandolo.

Il nostro ruolo in questo caso è fondamentale poiché dobbiamo accompagnare l’azienda in tutto il percorso: dal trovare la multiutiliy che compri il credito a definire una politica di prezzi adeguata che permetta di cogliere nuove opportunità di mercato prendendo quote.